I trattamenti fitosanitari

Trattamenti endoterapici al fusto

Sono interventi straordinari di tipo endoxilematico ad assorbimento mediante microiniezioni con utilizzo di apposite microcapsule e/o metodologia BITE, vengono applicati al fusto delle piante ed hanno impatto ambientale pari a zero. Si utilizzano sulle piante o in caso di forti pullulazioni primaverili di agenti di danno, che potrebbero ulteriormente stressare piante già indebolite o per curare patologie altrimenti non trattabili, sfruttando la traslocazione della linfa grezza. In casi particolari si possono anche applicare trattamenti con microelementi nutritivi. Nel caso di microiniezioni alla base del fusto gli ugelli per l’iniezione devono essere monouso e le punte di trapano per la realizzazione dei fori devono avere diametro inferiori a 3,5 mm. Nel passaggio da un foro all’altro le punte devono essere sempre disinfettate con immersione in apposita soluzione di sali quaternari d’ammonio al 1%.
IMG_8011La metodologia BITE (“puntura”, acronimo di Blade for Infusion in TrEes) è uno strumento per l’infusione di liquidi (es. antiparassitari, fertilizzanti, fitoregolatori, biostimolanti) nel sistema linfatico di piante legnose basato sull’assoluta innovatività della sua lama.
E’ senz’altro uno strumento innovativo: l’infusione consiste nell’assorbimento spontaneo di liquidi da parte del sistema linfatico senza applicazione esterne. L’efficacia dell’infusione dipende soprattutto dalla velocità e dalla pressione linfatica, che dipende dalle caratteristiche tipiche della pianta (es. monocotiledone/dicotiledone; conifera/latifoglia; porosità diffusa/anulare), da variabili fisiche ( es. forma e diametro dei vasi linfatici), fisiologici ( es. fase fenologica, massa fogliare e radicale e relativa efficienza, stato sanitario), da variabili ambientali ( es. umidità e temperatura dell’aria e del suolo, ventosità), nonché dal metodo di applicazione.
I metodi di infusione attualmente in uso, cosi come quelli basati sull’iniezione a pressione ( applicazione di una pressione esterna), prevedono la produzione di molti fori e di dimensioni piuttosto ragguardevoli attraverso i quali veicolare il liquido

I limiti della produzione di un foro consistono principalmente :
– Nella necessaria disponibilità di un trapano,
– Nell’asportazione di un importante volume di legno vitale,
– Nel forte riscaldamento e, conseguentemente, parziale devitalizzazione dei tessuti cambiali della pianta, responsabili della successiva cicatrizzazione della ferita prodotta,
– Nella lacerazione e frammentazione dei tessuti cambiali con conseguente ulteriore rallentamento della cicatrizzazione,
– Nella cavitazione del sistema vasale (suzione d’aria dei vasi nel tempo che intercorre tra la produzione del foro e l’immissione del liquido), con conseguenti danni fisiologici alla pianta e rallentamento dell’infusione stessa.

Questo metodo è stato concepito dai ricercatori dall’Università di Padova, con l’intento di far assorbire spontaneamente alla pianta un liquido nel rispetto della sua anatomia e della sua fisiologia, riducendo il trauma alla pianta e favorendo sia uno spontaneo assorbimento del liquido, sia una più veloce cicatrizzazione non necessitando della preliminare produzione di un foro.
Il numero di ” punture” per pianta è funzione soprattutto del suo stato fisiologico ed è comunque minore del numero di fori classicamente effettuato in base al diametro con tutte le altre metodologie endoxilematiche.

SuPerAlberi controlla e mette a punto le corrette metodologie di intervento anche grazie alla ventennale esperienza maturata nei trattamenti endoxilematici dei suoi tecnici, ed è in grado di offrire alla sua clientela un servizio di eccellenza e assolutamente all’avanguardia per la cura delle piante arboree ed il contenimento di insetti agenti di danno (per es: Processionaria, Cameraria, Tingide, Afidi, Acari, carenze nutrizionali e parassiti fungini).
IMG_8022Particolare attenzione è disposta inoltre nella disinfezione degli strumenti utilizzati, nel caso di presenza di patogeni facilmente trasmissibili per ferita, sia durante le operazioni di endoterapia che durante le operazioni di potatura, con immersione in apposita soluzione di sali quaternari d’ammonio. Dopo la potatura di ogni pianta, le catene e le lame delle motoseghe utilizzate sono smontate e immerse nella soluzione disinfettante per eliminare tutti i residui di potatura e la segatura depositatasi durante le operazioni di taglio.
La soluzione disinfettante è sempre presente in cantiere durante l’effettuazione dell’intervento e viene rinnovata quotidianamente.
Contestualmente ad ogni intervento di potatura, le parti delle piante soggette agli interventi sono sottoposte ad un trattamento antiparassitario biologico a base di ossicloruro di rame. Questo trattamento deve interessare tutte le zone coinvolte dalle operazioni di potatura con diametri di taglio superiori a 10 centimetri di diametro (tale accorgimento può non risultare necessario nel caso di conifere con elevata produzione di resina) ed, indipendentemente dalle dimensioni, tutte le zone eventualmente interessate da interventi di dendrochirurgia preventiva-conservativa.
Il personale addetto alla somministrazione dei prodotti antiparassitari è dotato di tutti i dispositivi di protezione individuale previsti in ottemperanza al D.L.vo 81, nonché di abilitazione all’uso dei fitofarmaci rilasciata ai sensi del D.P.R. 03.08.1968 n°1255 (patentino per l’acquisto e uso dei prodotti antiparassitari).

Trattamenti in chioma

I trattamenti fitosanitari in chioma mirano a ridurre l’effetto di miceti agenti di cancri rameali e degli insetti agenti di danno, onde evitare un peggioramento dello stato di salute della pianta, oltre a coadiuvare eventuali interventi all’apparato radicale. Devono essere eseguiti con prodotti biologici (tipo ossicloruro di rame e piretroidi naturali o con antiparassitari a basso impatto ambientale approvati per interventi di lotta biologica). La loro distribuzione deve essere effettuata con mezzi adeguati, ad elevata capacità di micronizzazione ed alto potere di penetrazione all’interno delle chiome e con portata utile superiore a 30 m in maniera da aumentare l’effetto del prodotto. I trattamenti devono essere effettuati nelle ore serali, poco prima del tramonto, in giornate non troppo calde, così da evitare rischi di ustione dei tessuti.

Trattamenti al terreno

Le piante potrebbero necessitare, nel caso di danni alle radici e/o di operazioni di scavo, o semplicemente per le non adeguate condizioni del terreno di interventi di modificazione fisico-chimica del terreno e di rivitalizzazione dell’apparato radicale.
Il trattamento al terreno, eseguito con idonea tecnologia e perizia tecnica permette di diminuire gli stress fisiologici, facilita il recupero delle piante attivando il cappillizio radicale, migliora la distribuzione delle radici e favorisce la ricolonizzazione e lo sviluppo di micorrizze radicali che permettono un migliore assorbimento degli elementi nutritivi.
In questo modo migliora anche la produzione di nuovi tessuti legnosi di sostegno sul fusto.
Gli interventi di modificazione del terreno vengono effettuati con pali iniettori gestiti da apposite macchine distributrici in grado di esercitare elevate pressioni che permettono, inoculando i prodotti, di modificare le caratteristiche fisiche chimiche e biologiche del terreno. Tale intervento ha molti effetti benefici per gli apparti radicali: decompatta il terreno rendendolo più permeabile, facilita gli scambi gassosi, tende ad abbassare il pH del terreno facilitando così l’assorbimento di macro e micro elementi.
L’inoculo di microflora utile (micorrizze e batteri simbionti), permette una miglior attività delle radici assorbenti e le difende dagli attacchi di agenti patogeni, creando un ambiente maggiormente idoneo allo sviluppo del cappillizio radicale e svantaggiando al contempo gli organismi dannosi in competizione e gli eventuali ceppi di agenti patogeni.

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